domenica 14 luglio 2013

Legge 190/2012: Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha inviato alla CiVIT il Piano Nazionale Anticorruzione.

Il Dipartimento per la Funzione Pubblica ha trasmesso alla CiVIT il Piano  Nazionale Anticorruzione,  (previsto dalla legge 190/2012) che  dovrà essere da quest'ultima valutato e  approvato.
Già da una prima lettura, tre cose mi sembrano interessanti:

1) Il Piano Nazionale sottolinea la centralità della tutela del whistleblower,  ai fini della prevenzione della corruzione.   

2) Il Piano Nazionale consiglia di gestire il rischio di corruzione sulla  base  dei principi e delle linee guida della norma ISO 31000, una norma  internazionale per il risk management, che anch'io sto studiando e  approfondendo da un paio d'anni. Si tratta di uno standard poco diffuso  in Italia, ma che (a differenza di altri) non è certificabile, e quindi è  a costo zero per le amministrazioni pubbliche (che devono solo adattare ad  essa  il loro modo di gestire il rischio).

3) Il Piano Nazionale fornisce alcune indicazioni, per determinare la  GRAVITA'  E LA PROBABILITÀ' dei comportamenti illeciti. In particolare, la PROBABILITÀ' è  definita in base alla "discrezionalità", alla "rilevanza esterna", alla  "complessità", al "valore economico" e alla "frazionabilità" dell'attività in  cui il comportamento ha luogo. Invece la GRAVITA' è definita in base ai costi  "organizzativi", "economici" e "reputazionali" che il comportamento a rischio  può determinare.

Adesso, bisogna solo aspettare che la CiVIT approvi il PNA, per poter  leggere  il testo integrale.

Ad ogni modo, nei prossimi mesi, eventuali attività di formazione e studio  (tipo tavoli di lavoro), in tema di prevenzione della corruzione, potrebbero certamente concentrarsi sui temi seguenti:

1) Formazione sul whistleblowing (rivolta ai segretari comunali e agli altri  soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione nei comuni): come introdurlo e gestirlo correttamente nell'ambito delle pubbliche  amministrazioni.

2) Formazione sulla ISO 31000 (rivolta ai segretari comunali e agli altri  soggetti coinvolti nella prevenzione della corruzione nei comuni): Principi,  Struttura di Riferimento per la Gestione del Rischio e Processo di Gestione  del  Rischio.

3) Determinazione del livello di rischio di corruzione (inteso come  combinazione di PROBABILITÀ E CONSEGUENZE dei comportamenti illeciti'):  individuazione di parametri e valori per il calcolo del livello di rischio.

Il P.N.A, infine, parla anche di formazione dei dipendenti pubblici,  prevedendo  una formazione generale sui temi dell'etica e dell'integrità. 

L'integrità può essere intesa come "legalità"+ "valori chiave specifici della  pubblica amministrazione": l' OCSE da alcuni anni ha avviato una riflessione  specifica su questo tema ed ha elaborato anche delle indicazioni per gestire  l'integrità all'interno delle organizzazioni pubbliche

Per quanto riguarda l'etica ... sono sempre dell'idea che un'etica, in grado  di spiegare "perché" la corruzione debba essere bandita dalla pubblica  amministrazione, deve essere ancora elaborata: l'etica "classica" (da Platone  a  Kant) non è affidabile. Alcuni spunti per la costruzione delle nuova etica  possono essere desunti dal pensiero di filosofi contemporanei come Sartre,  Jonas e Badiou. Nel tempo libero sto studiando il pensiero di questi  "giganti",  sperando un giorno di riuscire a salire sulle loro spalle, per vedere un po'  più lontano, oltre la nebbia della rassegnazione... impresa questa che mi  pare,  insieme, titanica e appassionante.

Lunga vita alla legalità ;-) !!!!

Scritto da Andrea Ferrarini (Consulente Modelli Organizzativi ex d.lgs 231/2001)
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