giovedì 12 gennaio 2012

Un crac, uno scandalo e una grande paura ...

Il dissesto finanziario del S. Raffaele. Il presunto traffico illecito di rifiuti nocivi legato alla realizzazione dell’autostrada Bre.Be.Mi. I timori legati alla sicurezza dei cantieri e alla regolarità degli appalti legati a EXPO 2015… tre storie lombarde che mettono in luce, a 360 gradi, tutte le criticità che possono emergere in seno a società gestite in modo poco responsabile, per non dire in modo illecito. Le conseguenze ricadono, sempre, sulla collettività: sulla salute delle persone, sugli interessi dei soci, sugli enti pubblici che si affidano ai privati, per realizzare opere pubbliche, eventi o per erogare servizi di pubblico interesse nel campo della sanità, del lavoro, della ricerca e della formazione professionale.
Ogni tanto, però, arrivano delle buone notizie: il 10 gennaio 2012 è stato firmato un protocollo d’intesa fra Expo 2015 SpA, Comune di Milano, Comune di Rho, Sindacati ed Associazioni di categoria, per il contrasto alle infiltrazioni delle organizzazioni criminali e il rispetto della disciplina legislativa sulla sicurezza nei cantieri Expo. E’ previsto anche un Osservatorio permanente di cui faranno parte i rappresentanti dei soggetti firmatari, con lo scopo di monitorare l’applicazione del protocollo. Belle intese e buoni propositi, che però rischiano di rimanere solo sulla carta, se non si promuove una cultura di impresa rispettosa dei valori etici, della legge e degli interessi della collettività.
A questo fine, l’adozione di modelli di organizzazione e controllo ex d.lgs 231/2001 può essere certamente molto utile. Tali modelli prevedono regolamenti, procedure e sanzioni, per controllare le conseguenze etiche dei processi e tutelare gli stakeholders che si interfacciano con una azienda. E il loro scopo è quello di rilevare e ridurre il rischio che dirigenti o dipendenti commettano degli illeciti nell’interesse dell’azienda.  
Fino ad oggi, dei “Modelli 231” è stato sottolineato soprattutto il valore esimente (essi esonerano le aziende che li adottano da responsabilità in sede penale, nel caso in cui si possa dimostrare che chi ha commesso il reato ha agito raggirando il modello), che entra in gioco quando un reato è già stato commesso. A mio parere, Invece, la vera forza e utilità per le aziende di questi modelli risiede proprio nel loro valore preventivo e nella loro capacità di promuovere una cultura d’impresa compatibile con gli interessi collettivi ed il rispetto della legalità.   

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